Alba Fucens è un sito archeologico italiano, di origine latina, situato a circa 7 km dal comune di Avezzano, in provincia de L’Aquila.

Il parco archeologico si trova ad un’altitudine di circa 1000 metri, alle pendici del Monte Velino e dunque iscritto nella Riserva Naturale del Monte Sirente – Velino.

Composto da varie strutture e reperti archeologici ben conservati, l’area è una testimonianza unica nel suo genere, che ha portato sino ai giorni nostri l’eredità storica dell’antico e omonimo agglomerato urbano che sorgeva sul territorio.

Alba Fucens era circondata da una cinta muraria di dimensioni ciclopiche, della lunghezza perimetrale di circa 2,9 km, ad oggi quasi del tutto integra e puntellata da quattro porte che garantivano l’accesso all’interno da ogni lato del margine esterno (Porta di Massaia, Porta Fellonica, Porta Massima e Porta Sud).

Internamente vi erano case, un anfiteatro ad oggi perfettamente conservato, due piccoli templi (il tempio di Ercole e il santuario sul colle Pettorino), varie terrazze, un comizio, un forum e un macellum rettangolare, in cui probabilmente si teneva il mercato locale.

Antiche rovine di Alba Fucens

Antiche rovine di Alba Fucens

La storia di Alba Fucens

Alba Fucens, i cui abitanti venivano chiamati “albensi” per distinguerli dagli “albani” che vivevano nell’Urbe, fu fondata dai Romani nel 304 d.C., a seguito di numerose battaglie per strappare il territorio ali oriundi Equi, antichissima popolazione che abitava la zona insieme ai Marsi.

La posizione altamente strategica del posto la rendevano un punto d’appoggio importante per i conquistatori, che avevano così una roccaforte subito a nord della Tiburrtina Valeria, arteria stradale (sopravvissuta fino ai giorni nostri) che fu prolungata proprio in quel periodo.

In età repubblicana Alba fu sottoposta a diversi attacchi proprio per la sua posizione geografica determinante dal punto di vista militare e di gestione del territorio, ma la città rimase fedele a Roma e divenne meta d’esilio per prigionieri politici importanti come il re di Macedonia Perseo, il re di Numidia Siface e il re degli Averni Bituito.

L’età imperiale fu invece segnata da una grande prosperità, come è testimoniato dalle iscrizioni ritrovate su territorio.

La decadenza della colonia coincise con quella del Impero Romano: le invasioni barbariche, il collasso dell’amministrazione latina, il ri-allagamento dell’area del Fucino bonificata nei secolo precedenti dall’imperatore Claudio dovuto alla mancanza di manutenzione e l’impossibilità di ricostruire gli edifici crollati in seguito a numerosi terremoti, furono fattori determinanti per la rovina di Alba Fucens.

La popolazione abbandonò l’agglomerato urbano per rifugiarsi altrove e, cn l’arrivo dei Saraceni nell’XI secolo, fu edificato il borgo medievale sul colle di San Nicola, dove fu eretto un castello.

Nei secoli successivi l’area divenne una contea e fu sottoposta a diversi domini, che nel corso dei secoli determinarono la distruzione completa dell’area.

Il terremoto del 1915 e la storia recente

Il violento terremoto del 1915 che devastò l’Abruzzo colpì duramente anche Alba Fucens. Nel lungo periodo post-terremoto furono edificate nuove abitazioni, ma il paese rimase privo di edifici pubblici per alcuni anni.

Fu in seguito riedificata la chiesa di San Nicola ma l’ampliamento edilizio del comune si interruppe con il sopraggiungere della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1943 Massa d’Albe (l’attuale nome di Alba Fucens) fu occupata dai tedeschi e, come consuetudine le corso di tutta la sua storia, divenne un punto strategico molto importante.
In seguito alla guerra, con l’abrogazione della legge imposta da Mussolini che vietava l’emigrazione,  il paese si spopolò gradualmente.

Nell’immediato dopoguerra iniziarono dei lavori di scavo che riportarono alla luce l’anfiteatro romano e la chiesa romanica di San Pietro. Il progetto di riqualificazione dell’area fu però interrotto dalla mancanza di fondi, e i nuovi nuclei familiare di Alba preferirono insediarsi e costruire nei comuni limitrofi (in particolar modo ad Arci).

Alba Fucens oggi

Attualmente Massa d’Albe (il paese sorto dopo la distruzione dell’antica Alba) è un ridente comune di circa 1.600 abitanti che si affaccia sull’antico agglomerato romano, sul borgo medievale e sulle poche case ricostruite agli inizi del Novecento.

Il castello Orsini ad Alba Fucens

Il castello Orsini ad Alba Fucens

L’area è considerata uno dei luoghi più interessanti da visitare per gli amanti del turismo archeologico, che possono esplorare gratuitamente un luogo magico e denso di storia, circondato da scorci naturali mozzafiato. La tranquillità della zona rappresenta un plus per il visitatore, che può passeggiare tra le antiche rovine romane senza il chiasso e la confusione tipica dei siti archeologici più “commerciali” e spesso affollati.

L’eccezionalità dei reperti giunti ai giorni nostri è valsa all’area l’appellativo di “Pompei d’Abruzzo”.

Degna di nota è la chiesa di San Pietro, tempio romano dedicato ad Apollo, convertito poi a chiesa cristiana durante il Medioevo. La struttura è composta da antiche colonne e ospita al suo interno degli splendidi mosaici di raffinata fattura cosmatesca.

Nei pressi del parco archeologico si può visitare infine il castello Orsini, testimonianza del dominio sul territorio dell’omonima famiglia nobiliare nel XIV secolo ed ex roccaforte militare nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. Dal castello è possibile ammirare il suggestivo panorama che si apre a ventaglio sull’intera vallata.

Come arrivare ad Alba Fucens

La località di Alba è raggiungibile in automobile percorrendo l’autostrada A24 Roma-Teramo, imboccando l’uscita “Magliano dei Marsi”, per poi proseguire in direzione “Massa d’Albe/ Alba Fucens”.
Venendo da Napoli invece è necessario attraversare l’autostrada A1 Napoli-Roma, uscire a “San Vittore” e seguire le indicazioni per “Sora/ Avezzano/ Magliano dei Marsi/ Scurcola Marsicana/ Tagliacozzo”, proseguendo poi in direzione “Massa d’Albe/ Alba Fucens”.

Curiosità, eventi e prodotti tipici

Il borgo di Alba Fucens è legato ad una serie di antichissime tradizioni, soprattutto religiose, giunte fedelmente sino ai giorni nostri.

Il 6 dicembre si celebra la ricorrenza di San Nicola, patrono di Alba. Durante la giornata vengono distribuiti agli abitanti delle forme di pane benedetto, chiamato per l’appunto “panette di San Nicola”, in onore dell’antica tradizione medievale promossa dall’abate della chiesa, che soleva ringraziare i fedeli per le loro donazioni donando del pane ad ogni famiglia.
Altra festività molto suggestiva è la “Festa delle Zitelle”, legata alle celebrazioni per la Madonna Addolorata che cadono il 10 ottobre.

L'antica chiesa di San Pietro

L’antica chiesa di San Pietro

Protagonista dell’evento è un antichissimo quadro della Madonna Addolorata di valore inestimabile, che ogni anno viene affidato in custodia a una “prescelta”, chiamata la “festarola”, che custodirà il quadro in casa propria. La donna avrà il dovere di accogliere i fedeli in visita, che canteranno antiche litanie ed onoreranno la Vergine. Assolti gli obblighi religiosi i fedeli festeggeranno con un rinfresco offerto dalla padrona di casa.

Al termine dell’anno di giacenza il quadro viene portato in processione fino alla chiesa di San Nicola, dove ci sarà il solenne passaggio del quadro alla nuova festarola, che deve essere rigorosamente non sposata.

Le tipicità alimentari del territorio sono legate all’allevamento di pecore, da cui si ricavano degli ottimi formaggi, mentre le carni sono utilizzate per i tipici “arrosticini” e l’ottimo stufato di pecora. Degna di nota è anche la produzione di miele biologico di montagna.

E’ possibile visitare Alba Fucens durante tutto l’anno esi consiglia, una volta sul posto, di visitare l’interno dell’antica chiesa di San Pietro, aperta su richiesta dal  vecchio custode del paese, che richiederà una piccola offerta libera.