La Fortezza di Civitella del Tronto è una delle antiche costruzioni militari più grandi e maestose d’Italia ma ache d’Europa.

Con i suoi 50 metri di lunghezza e i 25.000 metri quadrati di superficie, è considerata il secondo forte più grande del continente.

La sua posizione strategica, lungo il corso del fiume Tronto, l’ha resa nel corso della storia una roccaforte fondamentale per gli equilibri militari della nazione.

Anticamente infatti segnava il confine tra Stato della Chiesa e Regno di Napoli, e fu l’ultimo avamposto militare borbonico ad essere conquistato prima dell’Unità d’Italia, dopo un lungo assedio che si concluse il 20 marzo del 1861.

Uno dei camminamenti interni alla fortezza

Uno dei camminamenti interni alla fortezza

Al suo interno si trovano inoltre due Piazze d’Armi, sotto le quali si trovavano le cisterne per il filtraggio dell’acqua piovana, la chiesa di San Giacomo e il Palazzo del Governatore, che ospitava gli ufficiali spagnoli addetti al controllo delle attività del forte.

L’ala est della struttura era anticamente adibita ad area difensiva, a causa della sua maggior esposizione agli attacchi per via dell’accessibilità della collina, che in questo punto risulta molto meno aspra.

Per questo motivo qui si trovano imponenti bastioni e lunghi camminamenti coperti che, formando un imbuto tubolare obbligavano gli invasori ad entrarvi, qualora avessero voluto attaccare il forte, trovandosi praticamente in trappola.

L’area abitativa invece è situata a ovest della costruzione e comprende gli alloggi, la mensa e le cucine. Le passerelle che attraversano quest’ala offrono la visuale panoramica più suggestiva dell’intera altura, completando lo straordinario profilo della fortezza, oggi visitabile gratuitamente in tutta la sua maestosità.

Il castello, che ha giovato di imponenti interventi di restauro conclusi nel 1985, oproprio nell’ala ovest ospita il Museo delle Armi e delle Mappe antiche, localizzato nell’area degli ex alloggi militari.

Architettura della fortezza, il percorso interno

Il forte di Civitella del Tronto ha una forma ellittica, che abbraccia il centro abitato situato nella zona sottostante.

La prima piazza che si incontra nella roccaforte, chiamata piazza del Cavaliere, nei periodi di pace veniva utilizzata per addestrare i soldati.

Superato il terzo camminamento dell’ala difensiva si giunge nella piazza d’Armi, riservala alle cerimonie solenni e all’alzabandiera quotidiano.

Scorcio sulla chiesa San Giacomo

Scorcio sulla chiesa San Giacomo

Durante il periodo Spagnolo la piazza è stata modificata per andare incontro alle esigenze del momento, con l’inserimento di grandi cisterne per l’acqua piovana, che veniva raccolta e filtrata attraverso strati di ghiaia e carbone, per poi essere convogliata nel pozzo centrale.

La raccolta idrica era una pratica molto usata nel castello, che può contare sulla presenza di ben quattro cisterne, nonché di vari sistemi di incanalamento dell’acqua che scendeva dai tetti.

Seguendo il muro a nord si giunge alla Grande piazza, l’ultima della fortezza, su cui sporge il bastione ottagonale di San Giacomo.

Questo luogo ospita i due edifici più importanti dell’intera struttura, che sono rispettivamente il palazzo del Governatore, alloggio del governatore e della sua famiglia, e la chiesa di San Giacomo, che fungeva da luogo di sepoltura dei militari caduti in servizio.

L’ultima porzione del viale pavimentato porta infine alle stalle e alle cucine.

Storia della fortezza di Civitella del Tronto

Le prime testimonianze della presenza di una costruzione fortificata sulla sommità del colle di Civitella risalgono all’anno Mille, per quanto le prime informazioni dettagliate giungono dall’epoca sveva e, successivamente, dal periodo angioino, grazie alla rilevanza strategica della sua posizione, sulla linea di confine tra il nascente Stato Pontificio e il costituito Regno di Napoli.

Il castello faceva parte del più ampio sistema difensivo della Val Vibrata e fu espugnato per la prima volta dagli Ascolani nel 1255.

Le mura difensive della fortezza

Le mura difensive della fortezza

Nel corso dei secoli successivi la fortezza fu modificata e ampliata sino a raggiungere l’assetto attuale, di stile spagnolo, risalente al XVI secolo, durante il regno di Filippo di Spagna.

Nel 1798 e nel 1806 la roccaforte subì due violenti assedi, che ne compromisero fortemente l’integrità, tanto che venne restaurata completamente nel 1820, mantenendo però la massima fedeltà all’architettura precedente.

L’assedio più devastante ma anche più rilevante dal punto di vista storico che il castello subì è quello del 1860 -1861, un accerchiamento durato ben 146 giorni che vide il trionfo dei Piemontesi, e che portò all’Unità d’Italia.

Quest’ultima serie di battaglie lasciarono dei profondi segni nella struttura del forte, cui seguirono opere di sciacallaggio e saccheggiamenti senza sosta, che portarono alla sua completa demolizione.

Le massicce opere di ricompattamento e riqualificazione della struttura, compiute tra il 1973 e il 1985, restituirono alla cittadina di Civitella non solo una fortezza fruibile in tutti i suoi ambienti, ma anche quell’aspetto di cittadina fortificata rinascimentale che l’ha resa unica nella storia d’Italia.

Visitare la fortezza di Civitella del Tronto

Il castello attualmente è una delle mete turistiche regionali preferite dai visitatori italiani e stranieri.

Nel periodo che va da Novembre a Febbraio la fortezza è aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 10.30 alle 15.30.

Nei mesi di Marzo e Ottobre è aperta tutti i giorni (dal lunedì al venerdì) dalle 10.00 alle 17.00, mentre il sabato, la domenica e i festivi dalle 10.00 alle 18.00.

Nei mesi di Aprile, Maggio e Settembre l’orario è dalle 10.oo alle 19.00, mentre durante il periodo che va da Giugno ad Agosto la fortezza è aperta dalle 10.00 alle 20.00.

Una volta ogni ora si svolgono delle visite guidate gratuite alla struttura.

Il Museo del castello invece ha un costo di 6 euro, mentre per i gruppi e le persone con più di 65 anni di età il costo scende a 4 euro. I ragazzi dai 6 ai 17 anni invece pagano 1 euro.

Per prenotare le visite ci si può rivolgere al numero telefonico 320-8424540 oppure si può scrivere all’indirizzo email [email protected] .

La "fontana degli amanti"

La “fontana degli amanti”

Come arrivare

Raggiungere la fortezza di Civitella dei Tronto è molto semplice, soprattutto se ci si muove in automobile, ma è possibile recarsi nella zona anche in treno e autobus utilizzando le tratte regionali.

Questi sono i percorsi da seguire a seconda della provenienza:

  • Venendo da Nord: imboccare l’autostrada Adriatica A14 seguendo la direzione Ancona, per poi continuare verso San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno. A questo bisognerà imboccare la superstrada Ascoli – Mare RA11 sino aalla segnalazione di Ascoli, per poi proseguire sulla SS 81 seguendo la segnaletica per Civitella del Tronto.
  • Venendo da Sud: percorrere il tratto autostradale A14 fino al casello di Teramo – Giulianova – Mosciano Sant’ Angelo, per poi proseguire sulla SS 80 in direzione Teramo, continuando infine sulla SS 81 verso Civitella del Tronto.

Curiosità, eventi e prodotti tipici

Sulla strada panoramica di Civitella del Tronto, ai piedi della pineta, si trova la Fontana degli Amanti, chiamata così perché anticamente era un luogo d’incontro prediletto dagli innamorati. L’acqua purissima che sgorga da questa fontana, già potabile, arriva direttamente dal cuore sotterraneo della Fortezza.

I tipici "maccheroni al ceppo"

I tipici “maccheroni al ceppo”

Dopo aver visitato la fortezza e bevuto un po’ dell’ottima acqua della fonte, si consiglia di completare la visita con un assaggio dei tanti piatti tipici di Civitella, su cui spiccano i “maccheroni al ceppo”, una pasta fatta in casa che viene modellata attorcigliando la sfoglia intorno a un bastoncino, a cui viene dedicata un’intera sagra ogni estate, durante il mese di luglio.

Altre pietanze tipiche e di origini antiche sono il “filetto alla Borbonica”, composto da una fetta spessa di ottima carne adagiata su una fetta di carne e ricoperta da mozzarella e acciughe profumate al marsala, e ancora il celebre “spezzatino alla Franceschiello”, composto da vari tipi di carne insaporiti al vino bianco, salsa e sottaceti.