Il castello Piccolomini di Balsorano si presenta come un’imponente struttura fortificata di stampo medievale, contaminata nell’architettura da elementi rappresentativi di epoche successive come il Rinascimento.

Il forte si trova su un’altura che sovrasta la riva sinistra del fiume Liri, nelle vicinanze della valle di Roveto, in provincia de L’Aquila.

L’importanza della sua struttura per la zona è tale da dare il nome alla frazione del comune di Balsorano in cui si trova, denominata appunto “Balsorano Castello”.

La massiccia struttura in pietra è accessibile attraverso numerosi ingressi, il principale dei quali si affaccia su un rigoglioso parco, che circonda l’intera area.

Storia del castello Piccolomini di Balsorano

L’origine del nome Balsorano deriva dal toponimo latino “Valle Sorana”, che indicava la vallata al confine tra il territorio della colonia romana di Sora il municipio di Antinum, patria dei Marsi. La testimonianza più antica dell’esistenza di questo agglomerato urbano risale al 742 a.C.

Panoramica di Balsorano

Panoramica di Balsorano

Dopo una serie di battaglie che cambiarono più volte l’assetto geografico della zona, Balsorano fu accorpata alla colonia di Sora fino all’inizio del Medioevo.

Come accade per la maggior parte delle strutture di questo tipo sparse sul territorio regionale abruzzese, anche il castello di Balsorano è stato ricostruito nel XV secolo a partire da una fortificazione pre-esistente, con un importante intervento edilizio commissionato da Antonio Piccolomini, figura di rilievo dell’epoca anche per la sua stretta parentela con il papa Pio II (ne era il nipote).

Antonio fu insignito del titolo di Barone della zona intorno alla metà del Quattrocento.

La dinastia Piccolomini mantenne saldo il dominio di Balsorano e dei comuni limitrofi sino ai primi anni del Settecento, quando la famiglia si estinse e alcuni dei suoi possedimenti, tra cui l’omonimo forte, passarono nelle mani della famiglia Testa, una casa nobiliare di origine romana, che si imparentò per generazioni con i Piccolomini.

Successivamente il castello divenne proprietà del francese Carlo Lefebrve e poi ancora dello spagnolo don Pedro Alvarez de Toledo, marchese di Casafuerte, che ne mantenne il controllo fino al 1929, anno in cui fu ceduto alla famiglia Fiastri-Zannelli, che tutt’oggi ne mantiene l’esclusiva proprietà.

L'interno del castello oggi

L’interno del castello oggi

Caratteristiche del castello

Il castello si presenta con una pianta irregolare di tipo pentagonale, con quattro torri agli angoli di forma circolare e un coronamento arretrato, a testimonianza dell’antica funzione militare della struttura. A segnare il termine della rastremazione di ogni torre, c’è una statua in pietra raffigurante un toro.

L’intervento della famiglia Piccolomini per ingentilire il forte è visibile soprattutto nell’elegante cortile a forma di “L”, completo di pozzo al centro, ricco di elementi architettonici decorativi come bifore e arcate.

C’è una notevole somiglianza tra questi complementi ornamentali e quelli presenti nel castello di Celano, anch’esso appartenente alla stessa famiglia nobiliare, che riproponeva in ogni struttura di sua proprietà delle precise tecniche stilistiche, quasi a voler imprimere negli edifici un proprio personalissimo “marchio di fabbrica”.

Il terribile terremoto che nel 1915 devastò l’Abruzzo danneggiò anche questa struttura, che negli anni Trenta del Novecento fu restaurata cercando di mantenerne le bellezze interne quanto più inalterate possibile.

La stanza più importante della residenza nobiliare è senza dubbio la camera da letto padronale, adornata nel Trecento con pochi mobili in stile gotico puro e rimodernata nel XV secolo con aggiunte di stile rinascimentale, come il letto a baldacchino sostenuto da quattro colonne e le pareti rivestite di seta, con l’aggiunta di lussuosi mobili in stile rinascimentale.

L’arredamento del castello, così come quello di molte fortezze dell’epoca, era fortemente influenzato dal gusto e dalla mano della Signora, moglie del feudatario, che gestiva la residenza mentre il consorte era impegnato all’esterno, nell’assolvimento dei suoi obblighi di reggente.

Di particolare pregio è la coperta in seta esposta nella camera, che riproduce lo stemma dei Piccolomini – D’Aragona, che riproduce una croce circondata da cinque lune e dei pali adornati da gigli, simbolo della cavalleria guelfa.

Il ristorante all'interno del castello

Il ristorante all’interno del castello

Il castello Piccolomini di Balsorano oggi

Il forte attualmente è gestito dalla società “Castelli d’Italia” che, sulla base del modello francese (ma anche inglese) lo ha trasformato in un albergo – ristorante, in cui gustare le specialità regionali e trascorrere qualche giorno immersi in un’atmosfera di stampo rinascimentale.

E’ comunque possibile visitare il castello su prenotazione, contattando il custode al numero telefonico 0863/497165. La visita ha un costo di 3 euro a biglietto.

Come arrivare

Il borgo di Balsorano e il suo castello sono raggiungibili sia in automobile che con i mezzi pubblici.

Per recarvisi in pullman bisogna usufruire di una tratta della linea di autotrasporti regionale, mentre in treno si può viaggiare con una delle varie tratte locali che fermano alla stazione di Balsorano.

In automobile invece il percorso cambia leggermente a seconda della direzione di provenienza:

  • da Nord: percorrere l’autostrada A14 in direzione di Ancona, uscire al casello di Giulianova/Mosciano Sant’ Angelo, immettersi sull’autostrada A 24 in direzione L’Aquila, per poi proseguire sulla A 25 in direzione Pescara. Giunti al casello di Avezzano bisogna uscire e andare verso Sora, seguendo infine le indicazioni per Balsorano.
  • Da Sud: percorrere l’autostrada del Sole A1 Napoli – Roma sino al casello di Cassino.

Una volta usciti bisogna seguire indicazioni per Sorafino a raggiungere il territorio di Sant’Elia Fiumerapido. A questo punto si dovrà continuare sulla SS 509, proseguendo sulla SS 690, per svoltare infine sulla SP 68, su cio saranno ben visibili le indicazioni per Balsorano.

Locandina del film "Il comune senso del pudore"

Locandina del film “Il comune senso del pudore”

Curiosità

Il castello Piccolomini di Balsoranno è stato ed è tutt’oggi molto richiesto come set cinematografico.

Dagli anni Trenta ad oggi è apparso infatti in ogni sorta di pellicola, dal film horror alla storia in costume, passando per la commedia a episodi, il film comico e addirittura il cinema hard: proprio qui infatti esordì una giovanissima Moana Pozzi nella sua prima apparizione in un film a luci rosse.

Nel 1976 ad esempio, il grande Alberto Sordi girò nel castello, in qualità di regista, alcune scene del film “Il comune senso del pudore”.